La Voce dei Giovani del Servizio Civile Caritas

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Tre progetti per venti giovani: con i minori; a fianco degli anziani; a sostegno delle povertà

A fronte di una popolazione di 10239 abitanti, il Comune di Morrovalle, situato nella provincia di Macerata, presentava nel 2017 un numero di abitanti over 65 pari a 2559, una percentuale pari al 21%. Questa categoria viene suddivisa in classi di età e quelle più corpose sono proprio quelle che comprendono la fascia che va dai 65 agli 80-84 anni. All’interno di questa classificazione si trovano i casi più disparati e disomogenei ed è per questo che è necessario attuare servizi specifici a sostegno delle classi più bisognose e povere, non solo economicamente, del nostro territorio. La Caritas italiana è l’organismo pastorale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) che si occupa, appunto, di promuovere la carità all’interno delle comunità ecclesiali italiane dei vari territori, in base alle necessità dei tempi attuali. Con la sua funzione pedagogica si impegna a far crescere la solidarietà nelle persone, nelle famiglie e nelle comunità.
Nelle varie realtà, quindi, sono le Caritas diocesane ad occuparsi della promozione di progetti che possano impattare sui bisogni della popolazione come gestione degli oratori, servizi mensa, centri di accoglienza e ascolto. Come si anticipava all’inizio, per portare sollievo alle tante famiglie interessate, a Morrovalle la Caritas parrocchiale è incaricata di seguire il percorso dei giovani in servizio civile con gli anziani. Molte sono le persone che necessitano di compagnia perché non hanno familiari o, se li hanno, non sono disponibili; altre sono affette da malattie gravi come il Parkinson e l’Alzheimer e, quindi, sono proprio i familiari che si occupano di fare loro assistenza ad avere bisogno di una mano. In queste contesto sono molte le attività che i ragazzi del servizio civile mettono in atto per poter aiutare queste persone e migliorare la loro qualità di vita. In alcuni casi si fa semplicemente ascolto e condivisione presso il domicilio dell’assistito.
Per una persona sola, 24 ore da trascorrere sono tante ed una semplice chiacchierata o una partita a carte possono fare la differenza. In altri casi, quando le persone prese in carico non sono auto munite, vengono accompagnate, con un’auto messa a disposizione, a fare spesa, al mercato, al poliambulatorio o all’ospedale oppure dal medico condotto. Nel caso di persone non autosufficienti si aiutano i familiari nello svolgimento delle quotidiane attività di assistenza.
I casi sono, quindi, molto vari poiché, nel possibile, si cerca di inserire nel progetto tutti coloro che si trovano nelle condizioni appena descritte e a volte le malattie gravi colpiscono anche persone con un’età inferiore ai 65 anni. Per portare avanti questo progetto c’è bisogno costantemente di nuovi ragazzi pronti a mettersi in gioco. Non è facile gestire tutte le situazioni e le varie problematiche, ma nel momento in cui ti vedi riconosciuto il tuo contributo, perché la gente ti apprezza, si trova bene con te, riesci a donargli un sorriso e ti dicono che ti vogliono bene, allora è proprio lì che pensi che ne è valsa la pena. •
Lucrezia Pomili

La mia esperienza al servizio civile al Ponte è utile poiché serve a responsabilizzare l’anima verso le persone disagiate della nostra società. Io penso che sia utile anche a livello di crescita personale e ad apprezzare ciò che si fa, migliorare l’ascolto e l’altruismo verso gli altri. Oltre a ciò, è un insegnamento utile per se stessi a dare il massimo nella vita, a non buttarsi giù, a rialzarsi sempre e a non prendere strade sbagliate, ovvero ti insegna che basta veramente poco a finire come ospite della Caritas. Oltre a questo l’esperienza del Ponte è un tipo di lavoro fisico, aumenta la tua capacità di fare le cose pratiche, è utile a chi vuole fare un tipo di lavoro fisico e manuale ed aumentare la tua capacità di gestire la vita. Non è sempre facile, a volte poiché ci sono persone che, nonostante fai qualcosa per loro, ti rispondono male e molte volte bisogna avere carattere ma anche rispetto. La cosa più importante è che questa esperienza è un’introduzione nel mondo del lavoro, facile o difficile che sia.
Lorenzo

Per me l’esperienza in Caritas è un insegnamento a dare il massimo nella vita ed evitare di prendere strade sbagliate. Oltre a ciò, serve a migliorare i miei punti deboli.
Lorenzo

Mi sento accolta in un ambiente familiare dai responsabili e dagli ospiti e, in particolare, da questi ultimi ricevo insegnamenti, pacche sulle spalle e lezioni di vita. Anche la persona più in difficoltà ha qualcosa da donare con semplicità ed efficacia e il messggio che mi arriva è che anche la mano che tende aiuto riceve tanto, forse più di quello che offre. Questo per me è appagante, commovente e crea beneficio per un’esperienza che ha valore inestimabile e impagabile
Silvia

Il parco…i giochi…le foglie per terra / è il mio primo giorno di servizio civile e ho un “friccicorio” allo stomaco… / Il parco… i giochi…un po’ meno le foglie per terra / e i 15 bambini davanti la porta che aspettano te, / per dirti che hanno preso 6 all’interrogazione, / che la maestra gli ha dato tanti compiti, che vogliono giocare e allora apri la porta e / nonostante, a volte, la stanchezza e / le arrabbiature… ti siedi e si ricomincia… / …alfabeto, numeri… giochi. / Sono le sette ed è ora di andare a casa con gioia.
Chiara

Quando sono andato al Samaritano quella mattina, neanche avevamo aperto la porta e già una signora era lì ad aspettarci. Capelli raccolti, un po’ triste in viso. Le abbiamo chiesto di attendere qualche minuto per darci tempo di aprire i vari terminali. Una volta entrata in ufficio, era chiara la sua vergogna e il suo senso di disagio: sia lei che il marito disoccupati, con una figlia a carico e le bollette da pagare. Mai si sarebbe aspettata di dover ricorrere ad una onlus. Il suo problema, quella mattina, erano le medicine per una bambina malata e dopo averci raccontato questo è scoppiata in lacrime e non sapevamo come consolarla. Fortunatamente qui al Samaritano una farmacia del paese ci mette a disposizione dei buoni-medicina per casi come il suo, le abbiamo chiesto nello specifico di quale farmacoavesse bisogno, poi abbiamo chiamato la farmacia e ci siamo fatti dire l’importo ed effettivamente si trattava di una bella cifra. Ha continuato a parlare di quanto fosse triste e di come le cose in Italia non stanno andando per il verso giusto. Abbiamo cercato perciò di tirarle su il morale dicendole che, finché avrà bisogno, penseremo noi ai suoi viveri e che suo figlio con queste medicine tornerà a stare meglio. Dopo aver fatto qualche risata con i nostri volontari, ed erano tutti uomini di una certa età a cui non manca il senso dell’umorismo, se ne è andata via con il sorriso sulle labbra. Queste sono le giornate per cui mi piace lavorare qui. 
Francesco

La Caritas la vedo come una grande famiglia, perché, è vero, al Ponte a Fermo, le persone vengono solo per mangiare, ma questo non basta. Bisogna trattarle bene, perché se ci si sente accolti come in famiglia, si vive bene.
Sono stato felice di essere stato preso e di aver fatto questa scelta. Mi sono sentito accolto io per primo. So che mi aiuterà, non solo momentaneamente, ma anche in futuro, professionalmente, a trovare un buon lavoro.
Suleman

Ho conosciuto il Servizio Civile per caso ed in tarda età. Avvicinarmi al mondo del volontariato per me non è stato scontato ma decisi di mettermi alla prova, di conoscermi e di farmi conoscere. Sono riconoscente dell’esperienza che mi è stato offerto di fare e sento di avere ampliato il mio bagaglio personale. Ho avuto modo di supportare gli operatori in molte attività e servizi svolti dalla Caritas di Fermo, ho incontrato gente, ascoltato le loro storie, ho teso verso di loro la mia mano e mi sono sentita gratificata per questo. La mia prospettiva si allarga ogni giorno di più e, per queste ragioni, sento di poter affermare che il Servizio Civile è un’esperienza di crescita positiva che ricorderò per sempre.
In questo momento mi trovo al 50% del mio percorso in Caritas, il tempo è volato, e la mia speranza ed il mio augurio per la persona che occuperà il mio posto l’anno prossimo sono che egli possa provare e vivere ciò che è accaduto a me.
Greta

Per me il servizio civile è stato uno strumento per conoscere tante persone della mia comunità, di ogni genere ed età ,che pian piano mi hanno dato modo di apprendere le loro situazioni familiari o personali. Il Servizio Civile mi ha insegnato a relazionarmi in modo diverso con le persone a seconda di chi avevo di fronte, e, quindi, a sviluppare capacità che non pensavo di avere.
Questa esperienza mi ha anche dato l’opportunità di collaborare con tanti ragazzi che, avendo fatto la mia stessa scelta, certamente con motivazioni diverse, hanno, come me, lo scopo di lasciare nel mondo una piccola impronta di sé con gesti di carità verso il prossimo. Tra questi, ho incontrato persone che sono diventate molto speciali per me, perché mi hanno cambiato in meglio la vita, allargando i miei orizzonti. Senza questa esperienza non avrei mai potuto incontrare persone così preziose.
Emanuele

Mi chiamo Mattia, ho 28 anni e svolgo il progetto “Ascolto e condivisione 2 – Fermo” presso la sede Caritas di Civitanova Marche, insieme ad altri due ragazzi, Silvia ed Erik.  Dopo una settimana di formazione nella sede Caritas di Fermo, abbiamo preso ufficialmente servizio il giorno 18 ottobre 2017. Sin da subito mi sono reso disponibile per tutti i vari servizi svolti in sede (CdA, distribuzione viveri/vestiario, accoglienza per il pranzo e per la cena), tranne il servizio notturno, che non è previsto nel contratto del S.C. Inizialmente ci sono state delle piccole difficoltà, dovute al fatto che io e miei compagni, in accordo con il nostro OLP e i responsabili dei vari ambiti, dovevamo accordarci sugli orari, le turnazioni e i servizi da svolgere. Tuttavia, venendoci incontro l’uno con l’altro, siamo riusciti a trovare un orario che soddisfacesse le esigenze di ognuno. Nei primi giorni di servizio, la mattina, andavo, accompagnato da un altro volontario, a ritirare la frutta e la verdura all’ IPER di Civitanova. Dopo alcuni giorni, vista la necessità di una presenza fissa al mattino per l’accoglienza a mensa, sono stato incaricato a svolgere questo tipo di mansione (che tuttora svolgo) tutte le mattine, dal lunedì al venerdì. Oltre all’accoglienza per il pranzo, il martedì e il venerdì pomeriggio svolgo il servizio di distribuzione alimenti/vestiario, mentre il mercoledì e il giovedì mi sono reso disponibile anche per l’accoglienza serale (18.30/21.30).
Per quello che mi riguarda, cerco sempre di mantenermi calmo e paziente (questo grazie anche agli insegnamenti e ai consigli del nostro OLP), anche se ultimamente un po’ di stress e di pesantezza iniziano a farsi sentire. Cerco sempre, nei limiti delle mie capacità, di testimoniare la carità di Cristo cercando di essere gentile e disponibile con tutti. Posso ritenermi soddisfatto del servizio che svolgo e posso tranquillamente affermare che fare volontariato in Caritas è una vera e propria “scuola di vita”. Sono contento della fiducia e della stima che i miei compagni, il mio OLP e i responsabili mi dimostrano: questo mi sta aiutando molto nella mia crescita personale e mi sta rendendo una persona più matura, più consapevole e più responsabile e sono convinto che questa esperienza mi sarà molto utile per mio futuro.
Mattia

Sono una delle due ragazze al servizio civile di Montecosaro, che seguono il progetto “con gli anziani” della Caritas di Fermo. Ad oggi i dati riportano che nel nostro Comune abitano all’incirca 688 anziani sopra i 75 anni. Noi siamo a diretto contatto con una ventina di questi, che richiedono aiuto per assistenza e vicinanza, poiché a volte sono soli e non sempre autosufficienti. Quindi solitamente siamo con loro per tenere compagnia, aiutarli in semplici mansioni domestiche e anche accompagnarli fuori per la spesa o una visita, grazie alla disponibilità di un mezzo dell’oratorio. Ci prendiamo anche cura della nostra sede, dove si possono richiedere beni di prima necessità (alimenti,abbigliamento e giochi per bambini) e consulenza per i più bisognosi grazie al contributo di altri volontari della Caritas. E’ qui che una volta a settimana invitiamo i nostri anziani a radunarsi per recitare il rosario e svolgere attività ludiche. Lavoriamo a contatto anche con la struttura riabilitativa del Santo Stefano di Montecosaro, dove prestiamo servizio un giorno alla settimana. Proprio qui, sotto Natale, abbiamo organizzato insieme agli operatori una festa con karaoke ed aperitivo a cui hanno partecipato in molti. Anche se non si può arrivare a tutti coloro che avrebbero bisogno di una mano, è una soddisfazione vedere come migliora la qualità della vita di queste persone con il nostro intervento. Nel complesso, vivo un’esperienza formativa oltre che socialmente utile. •
Noemi

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